Editoriale

Si è appena conclusa l’edizione zero del New Year’s Forum. Competenze ed energie incredibili a servizio del Paese e del progetto europeo. Una ricerca previsionale qualitativa per tracciare le traiettorie di questo 2025. Come raccontato in queste prime settimane del nostro progetto comune, il NYF non è solo un evento ma una comunità.

È un ponte tra l’anno che si chiude e quello appena arrivato e tra diversità. Uno spazio sicuro.

E’ anche una rete aperta e permanente capace di monitorare, aggiornare, affinare analisi e proposte.

Un network fatto di competenze e di punti di vista differenti. Perché sia sempre il tempo giusto per un nuovo inizio occorre cercare modi diversi per costruire il dialogo, dando metodo e linfa alla democrazia. Democrazia: non una parola ma uno spazio che va coltivato, protetto, innovato.

Il New Year’s Forum mette al centro alcuni elementi fondamentali: dati e fact checking, idee e proposte.

Due doveri: chiarezza delle posizioni in campo, costruzioni di convergenze per l’agenda del bene comune.

Le opinioni sono sempre meno idee e schiacciano tutto nella polarizzazione delle fazioni.

Rilevazioni recenti fanno registrare ben 56 conflitti in atto. Questo è il più alto numero dal tempo della Seconda Guerra Mondiale. E poi c’è la nuova presidenza americana con Trump e le sue incognite, ci sono le tensioni geopolitiche ad Est e in Medio Oriente, gli orrori di tutti i conflitti, le manipolazioni informative, le fake news, le guerre ibride.

E’ in gioco la tenuta democratica in Occidente e la capacità di non dividere nuovamente il mondo a blocchi nonostante la presenza di autocrazie e regimi.

Quali sorti per le grandi sfide che attendono l’Unione Europea?
Quale mondo sapremo costruire, quale società?
quanto e come riusciremo a essere inclusivi, quando i temi di identità di genere e i diritti civili fondamentali vengono rimessi in discussione anche nei paesi democratici?
Come affrontare vecchie e nuove povertà e la sfida del lavoro dignitoso?
E la transizione ecologica, la spinta verso un’innovazione capace di valorizzare il talento umano e favorire uno sviluppo inclusivo: sapremo plasmare il futuro o ne saremo plasmati?
E chi governa dati, informazioni e perfino desideri?

Questa è una cartolina dal futuro più prossimo.

Iniziamo a riflettere insieme, sparigliamo le carte, contaminiamoci nelle diversità e diamo vita a un forum permanente.

Scriviamo una nuova agenda di impegni concreti e misurabili nell’anno che segna il primo quarto di secolo di questo nuovo millennio.